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Quante parole sono state spese per raccontare la commozione e il dolore di quei giorni d'agosto.
Dalle telefonate e dai primi lanci d'agenzia, la sera di quel maledetto giovedì 10, a quelle del fiume di articoli e servizi televisivi dei giorni seguenti.
Hanno definito Angelo "piccolo eroe della pace", "emblema del nuovo pacifismo". È invece giusto ricordarlo soprattutto per quello che era: un ragazzo che viveva normalmente, coerentemente, profondamente la sua vita. Che era piena di tante cose e, tra queste, un impegno politico e civile sincero, pulito, "prò" e mai contro.
Angelo aveva tutta la vita davanti, obiettivi da raggiungere come una laurea ormai prossima, sentimenti da coltivare e sogni da realizzare. Però considerava importante e addirittura necessario spendersi in prima persona per le sue idee. Era partito per regalare il sogno di una vita normale a bambini che non conoscono il nostro significato di normalità perché la loro quotidianità è fatta di odio, violenza e disperazione. Voleva aggiungere il suo personale contributo, piccolo eppure immenso, alla costruzione di un mondo e di un domani diversi, più giusti, pacificati, anche in quei luoghi martoriati da guerre e soprusi.
Il giorno dei funerali, quel Ferragosto caldo, triste e indimenticabile, poteva essere un giorno di rabbia e di rancore. Chi c'era, oltre al dolore e alla commozione che riempivano l'aria, ricorda invece un grande e condiviso sentimento di speranza. Ricorda parole di pace, di fiducia e di vicinanza. Ricorda un padre che non chiede vendetta e non porta rancore. Ricorda ragazzi che, seppure distrutti, trovano conforto in un messaggio di speranza. Un messaggio che veniva direttamente da Angelo, dalle parole che ha lasciato come un testamento ideale: la pace, la non violenza, la solidarietà, diventano utopie solo nel momento in cui ognuno di noi, pensando di poter fare poco, finisce col non fare nulla. Angelo sarebbe diventato adulto restando una bella persona, magari uno stimato professionista, sicuramente un ottimo padre. Resterà invece ragazzo per sempre, fermo nella memoria dei tanti che l'hanno conosciuto e amato così come di quelli che hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo senza aver avuto la possibilità di farlo quand'era ancora in vita. Resterà un esempio senza essere stato eroe o martire, perché il suo eroismo si chiamava generosità e il suo sacrificio, semmai, è stata la coerenza che lo ha accompagnato fino al giorno terribile della sua morte. E proprio per tutto questo, è importante che le Istituzioni di questo Paese concedano il giusto riconoscimento alla sua memoria.
Una medaglia al valor civile non risarcirà Angelo della vita che non ha vissuto, né aiuterà ad arginare il dolore di quanti lo piangeranno per sempre. Ma può essere il segno che le idee in cui Angelo credeva, idee valide per tutti perché rivolte alla buona volontà di ognuno, smettano di essere considerate utopie e diventino strade da percorrere. Può essere il riconoscimento che occorre più forza, impegno e coraggio a lavorare per la pace piuttosto che ad alimentare sentimenti di guerra.
Può essere un'affermazione di valori molto più forte ed efficace di qualunque proclama, un messaggio diretto alle coscienze dei giovani come Angelo, per i quali certamente esistono milioni di cose più importanti di una medaglia. Un messaggio diretto alla coscienza di quelli più lontani dalle idee di Angelo, perché magari riflettano e comprendano. Un messaggio diretto alla coscienza di chi verrà dopo di noi e dopo di loro, a cui abbiamo il dovere di trasmettere, attraverso il ricordo di persone come Angelo, l'impegno a costruire un futuro di pace.
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Il 19 settembre scorso il Consiglio comunale, su proposta della presidenza, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale si chiede al Presidente della Repubblica di conferire un'onorificenza al Valor civile alla memoria di Angelo Frammartino. Nei giorni successivi anche il Consiglio provinciale e quello regionale hanno approvato analoghi documenti.
Di seguito riportiamo brani tratti dagli interventi tenuti in aula dai consiglieri monterotondesi il 19 settembre.
"La grande eccezionalità di Angelo sta nel fatto che lui stesso considerasse normale, persino doveroso, testimoniare con le azioni che le belle idee in cui credeva potevano e possono essere realizzate (...). Credo che Angelo, sorridente ragazzo della meglio gioventù della sua generazione, sarà ricordato per ciò che è stata la sua vita molto più che per le circostanze della sua morte..." Ruggero Ruggeri (DS)
"Sono onorato di aver avuto come concittadino questo ragazzo..." Donato D'Angelo (FI)
"Qualcuno ha detto: chi salva una vita salva il mondo intero. Questo ragazzo è morto per aver voluto aiutare tanti bambini... Possiamo dire che, per questo, ha aiutato tutti i bambini del mondo..." Marco Di Andrea (AN)
"Quando muore un ragazzo di soli ventiquattro anni il dolore è forte, è forte davvero (...) Quando un ragazzo appassionato di politica, ormai rara nelle nuove generazioni, muore per le idee in cui crede, la perdita non è soltanto di una parte ma dell'intera comunità..." Amedeo Giustini (AN)
"Angelo era un amico, un compagno (...) non era un eroe, voleva aiutare gli altri. Anche a Gerusalemme, come aveva fatto e avrebbe continuato a fare a Monterotondo..." Andrea Marino (PRC)
"Spero che i valori di Angelo, il suo impegno civile e l'amore che aveva per gli altri possano essere custoditi e tenuti vivi da tutti noi..." Antonella Cossari (PdCI)
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IL CONSIGLIO COMUNALE DI MONTEROTONDO
premesso:
- che il 10 agosto 2006 veniva barbaramente assassinato a Gerusalemme Angelo Frammartino;
- che il giovane volontario, nostro concittadino, partecipava ad un progetto di cooperazione internazionale volto a sviluppare programmi di prevenzione di forme di devianza giovanile, di recupero e di reinserimento sociale, in un quadro di sostegno attivo al dialogo, all'integrazione, all'aggregazione e alla pacifica convivenza tra bambini e ragazzi palestinesi ed israeliani;
- che lo specifico progetto, d'intesa con le organizzazioni di cooperazione internazionale responsabili, è sostenuto dal nostro Comune attraverso iniziative culturali e sportive, patrocini, divulgazioni e contributi economici;
considerato:
- che, nel dolore della drammatica circostanza, è apparsa in tutta la sua limpidezza la vitalità morale ed ideale di Angelo, la sua sincera e appassionata coerenza con i valori della pace e della non violenza, testimoniate dal suo impegno civile e politico, dai suoi scritti, dalla sua partecipazione all'esperienza di solidarietà a Gerusalemme purtroppo rivelatasi fatale;
- che in un momento particolarmente segnato da tensioni, conflitti ed emergenze umanitarie in Medio Oriente, il messaggio pacifista e non violento di Angelo Frammartino, ampiamente diffuso dai mass-media nazionali ed internazionali, assume un alto valore simbolico, esempio di virtù ideali e senso di profonda responsabilità;
- ritenendo Angelo Frammartino meritevole di alto riconoscimento da parte delle Istituzioni della Repubblica Italiana, certo di interpretare il diffuso e profondo sentimento cittadino
IL CONSIGLIO COMUNALE
- invita il Sindaco, la Giunta e la Presidenza del Consiglio comunale a farsi interprete, nei confronti della famiglia e degli amici, in pieno accordo e sintonia, circa la disponibilità istituzionale cittadina ad adoperarsi per custodire e valorizzare la memoria di Angelo;
- impegna il sindaco Antonino Lupi a trasmettere al Presidente della Repubblica la richiesta di conferimento di una onorificenza al valor civile alla memoria di Angelo Frammartino.
Approvato all'unanimità, 19.09.'06