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Viaggio da non dimenticare - Roma e Ostia in Africa

Fonte: L'Apostolo di Maria
Data: giugno-luglio 2007
Autore: Paolo Aragona

Sono tornati il 2 maggio i partecipanti al viaggio che oltre 200 persone, tra cui circa 100 studenti, hanno effettuato in Malawi, in visita alle missioni comboniane della capitale Lilongwe e a quelle monfortane di Balaka per inaugurare, insieme al sindaco Veltroni, due scuole primarie costruite attraverso l’impegno di venti scuole superiori romane e del coordinamento "Ostia per l'Africa". Tra loro anche due componenti della nostra Associazione “Seconda Linea Missionaria”: Giuseppe Aragona, il nostro Presidente e suo figlio Paolo, tra l’altro insegnante al Liceo Labriola, che tanta parte ha avuto, insieme alla nostra Associazione – membro fondatore del coordinamento insieme al gruppo d’iniziativa sociale del Liceo e referente amministrativo del viaggio - per l’individuazione del progetto e i contatti con le missioni visitate.

Il viaggio ha portato in soli cinque giorni a sperimentare una profonda e cosciente condivisione insieme ad emozioni forti , di quelle che lasciano il segno.

Tutto a partire dal 28 aprile quando una folla davvero “oceanica” ha accolto a Nkhukwa, nei dintorni della capitale Lilongwe, studenti e accompagnatori che si accingevano a inaugurare la scuola “Roma” dedicata ad Angelo Frammartino, il volontario di Monterotondo ucciso lo scorso anno a Gerusalemme. Tra canti e danze, donne, bambini, giovani e anziani, seguendo i cinque pullman, hanno accompagnato gli attesi ospiti fino alla spianata che ha accolto la ristrutturata e ampliata scuola di Nkhukwa, dove 800 bambini potranno intraprendere e approfondire la loro formazione scolastica.

Il giorno successivo, 29 aprile, la comitiva si è spostata a Balaka, nel sud del paese, dove una bellissima accoglienza è stata loro riservata dalla comunità ecclesiale per partecipare alla Santa Messa che il sindaco Veltroni stesso ha definito una straordinaria esperienza. Tra canti meravigliosi e a ritmo di danza la funzione, officiata da Padre Mario Pacifici, missionario monfortano da oltre trent’anni in Malawi, fondatore della cooperativa "Andiamo", ha subito coinvolto tutti i partecipanti che alla fine hanno condiviso con gioia, su invito del missionario, un canto di ringraziamento danzando insieme davanti all’altare. Ancora emozionati tutti sono saliti su otto pullman più piccoli (per via della pista piuttosto stretta) per recarsi al villaggio di Matola dove avrebbero di lì a poco inaugurato la splendida struttura, costata 125 mila Euro, della scuola primaria “Ostia”, costruita in tre anni di costante impegno dal Coordinamento “Ostia per l’Africa”, guidato dal tenace Presidente don Franco De Donno. Fortissima all’arrivo l’emozione di tutti i membri del Coordinamento, dei membri presenti di Seconda Linea Missionaria, dei docenti del Liceo Labriola, del Presidente del XIII Municipio Paolo Orneli, nel leggere sulle mura della scuola i nomi di tutti coloro che hanno permesso, con l’impegno personale e con il loro sacrificio economico, la realizzazione di un sogno che darà ad oltre mille ragazze e ragazzi l’opportunità di andare a scuola e di sperare in un futuro diverso. La pioggia, che è arrivata improvvisa, non ha scoraggiato i giovani, entusiasti e meravigliosamente coinvolti, dal danzare sotto un cielo plumbeo e scrosci d’acqua – letti e interpretati non come problema ma come dono e auspicio in una stagione che si prepara ad essere arida – insieme ai loro coetanei di Matola. Tornati un po’ di fretta - per la paura di rimanere impantanati nel fango che andava formandosi sulla pista - alla missione monfortana di Balaka, la giornata è proseguita con un pranzo offerto dalla missione che, un paio d’ore prima, aveva preparato da mangiare per tutte le duemila persone che abitano nei villaggi circostanti perché tutti avessero la sensazione che quel giorno si stava svolgendo una grande festa. Nel pomeriggio, dopo i discorsi di Padre Mario, del Ministro dell’Istruzione del Malawi e del sindaco Veltroni, Padre Piergiorgio Gamba, anche lui missionario monfortano e responsabile dell’Adozione a distanza, è arrivato, insieme alla coordinatrice dell’Ufficio Adozioni Ethel Banda, con circa 60 ragazzi dell’adozione tra cui Grisham, un quindicenne che il 22 febbraio 2006, presso il “Labriola” di Ostia, il sindaco aveva adottato su segnalazione dello stesso Liceo. Il ragazzo ha regalato al suo “padrino” un bastone in ebano, segno distintivo di ogni capo villaggio. Prima che facesse buio tutti si sono avviati ai pullman per recarsi presso l’Hippo Lodge di Liwonde, l’hotel che ha ospitato la comitiva fino alla fine del viaggio.

Il 30 aprile si è rivelato il giorno dell’impotenza e della sofferenza. Il gruppo si è infatti recato a visitare – prima volta in assoluto - un campo di rifugiati nella zona di Luwani dove sostano circa 2800 profughi in attesa straziante di tornare in “libertà”. Il campo è gestito dall’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ed accoglie gente, di cui il 40% bambini, dal Rwanda, dal Congo, dal Burundi… da tutti quei paesi, insomma, dai quali si fugge per evitare di morire. Canti, balli, discorsi ufficiali… ma la cosa più drammatica la richiesta d’aiuto che si è concretizzata in voglia di raccontare, uno per uno, a chiunque dei partecipanti il proprio passato, le proprie sofferenze e le proprie speranze quasi fosse, come ha ben interpretato il sindaco Veltroni, un messaggio in una bottiglia che si spera approdi su una spiaggia abitata sulla quale qualcuno possa trovarla. E così si sono materializzate nella mani degli “ospiti” del campo lettere da portare fuori di lì, destinate agli stessi visitatori o a lontani interlocutori, tra i quali anche il Santo Padre. Nell’avviarsi verso l’uscita ognuno aveva per mano un bambino e non per la ricerca di una tenera gratificazione emotiva, ma perché le mani dei bambini avevano cercato le loro e, accompagnandoli, speravano che li portassero via da lì… Non piangere è stata un’impresa difficile perché il senso di frustrazione si è impadronito di tutti e un’amara constatazione si è fatta avanti: l’ONU, tanti soldi e un tale inferno; i missionari cattolici: solo offerte, gratuità e tanti segni di speranza. Eppure sui giornali occidentali, nella testa di tanta gente - che non sa - invocazioni e speranze verso le Nazioni Unite, sempre più spesso incapaci di gestire le emergenze, e tanto livore nei confronti di una Chiesa che parla e vive sempre e solo d’amore. I misteri dell’umanità.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo a Blantyre, una visita veloce all’Health Center della Comunità di S.Egidio, dove attraverso il progetto Dream, si sta intervenendo con successo nella cura e nella prevenzione dell’HIV.

Martedì 1 maggio, di buonora gli italiani si sono recati nel remoto villaggio di Kapandatsitsi, circa 30 km da Balaka, dove stava operando un’unità medica per l’assistenza e la cura dei malati. In attesa del presidio medico che si sta costruendo in questi mesi su iniziativa del gruppo di Rosignano Solvay Pang’onoPang’ono e della nostra Associazione “Seconda Linea Missionaria”, e con l’aiuto del Rotary club di Riviera dei Cedri, i medici avevano allestito l’ambulatorio nella piccola Chiesa locale. Si è potuto constatare come sia importante per i nostri missionari tenere sempre unite, anche nei segni, la cura dello spirito con la cura del corpo, tempio vivo dello spirito dell’uomo, immagine dello Spirito di Dio.

Tornando verso nord, il gruppo si è diretto verso Mangochi, distretto che lambisce il lago Malawi, per visitare un villaggio di pescatori e la cooperativa agricola “Arcobaleno”, nella missione di don Federico Tartaglia, dove i duecento ospiti hanno potuto ascoltare il progetto che prevede, con gli anni, di restituire ai malawaiani una reale autonomia nella gestione della propria economia locale.

Tornati in Hotel all’imbrunire, alla sera l’Alleluja Band di Balaka ha raggiunto il gruppo per donare, attraverso la sua musica, l’amicizia del Malawi e pronunciare un sentito arrivederci con la certezza che ci si rivedrà ancora e che nessuno dimenticherà questi meravigliosi cinque giorni nello splendido Malawi, “il cuore caldo dell’Africa”.

Il 2 maggio sveglia alle 5 per recarsi all’aeroporto. Visi un po’ stanchi, espressioni pensierose, poca voglia di parlare all’inizio. Partenza alle 7,45 e il viaggio è proseguito tranquillo, salvo alcuni inconvenienti tecnici agli stressati pullman, fino alle 11 quando, per iniziativa del sindaco Veltroni, il gruppo si è fermato e, in concomitanza con l’inizio dei funerali della giovane Vanessa Russo, scesi tutti dai pullman, si è fatto un minuto di silenzio e poi, su invito esplicito dello stesso Veltroni (cosa che pochi giornali hanno pensato di scrivere), Padre Gaetano, uno dei partecipanti ha pregato per la ragazza uccisa e i presenti, in gran numero, hanno recitato “L’eterno riposo”.

Intorno alle 13,45 il Boeing 767 della Neos ha decollato dall’aeroporto di Lilongwe alla volta di Roma dove, alle 22,25, 206 persone, scendendo dall’aereo, si sono accorte di non essere più quelle di prima.

Associazione "Seconda Linea Missionaria" - Onlus

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