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Pio La Torre - Una storia italiana

La vita del politico e dell'uomo che sfidò la mafia.
Con una lettera di Giorgio Napolitano.

La figura di Pio La Torre non rappresenta solo un fatto di cronaca. è qualcosa di più. Investe la società italiana, travolge la politica nazionale ed entra di prepotenza nella storia del nostro paese.
Per prima cosa, Pio La Torre è un uomo, non solo un personaggio. Non solo una vittima innocente della mafia. è un uomo politico, che a conoscerlo, a leggerne i discorsi, i saggi, ti appassiona, tanto da costringerti a chiedere, anche a distanza di venticinque anni, cosa c’è dietro la sua morte e perché mai nessuno, questa vita, l’abbia voluta raccontare.
Politica, soldi e mafia, ecco la santissima trinità che Pio La Torre cercò di profanare, sapendo parlare il linguaggio della povera gente. La lotta alla mafia era la sua ossessione, il suo chiodo fisso che, nel corso degli anni, lo porterà a sviluppare tesi, ma soprattutto a creare strumenti di contrasto per i magistrati e le forze dell’ordine.

«“Non posso arrivare in ritardo!” dice all’agente che sta al volante. “Il corteo senza di me non parte”. La sua voce, calda e profonda, si impone con dolcezza. Le gomme stridono sull’asfalto. Avvicinandosi a Palermo la terra diventa più accogliente. Le piante di arance e limoni emettono germogli. Nell’aria si sente il profumo delle zagare. I suoi occhi, nascosti dietro un paio di occhiali spessi, guardano dal finestrino i palazzi che costeggiano la strada. È la periferia. Tutte le finestre hanno le serrande abbassate o gli scuri socchiusi. Questione di alcuni secondi e le case cambiano forma, colori. Non c’è il tempo di soffermarsi a osservare, che subito la velocità dell’auto costringe a guardarne un’altra. E un’altra ancora. Ma una cosa Pertini la nota. Molte case non sono rifinite. Segno di una precarietà che determina incertezza. In Sicilia tutto è provvisorio. Perfino i verbi non si coniugano mai al futuro, per non ostentare troppe sicurezze. E il siciliano di certezze ne vuole poche. Anzi niente».

Claudio Camarca, giornalista e scrittore, è autore di diverse pubblicazioni. Tra queste, oltre ai libri già citati, ricordiamo Migranti (Rizzoli, 2003), un viaggio inchiesta nel mondo dell’immigrazione e In nome di Dio (Kowalsky, 2006), il primo romanzo italiano sul terrorismo islamico. Ha girato tre film come regista, Quattro bravi ragazzi (1993), Rumori di fondo (1996) e Lamor cortese (2008). Con Aliberti ha già pubblicato Un uomo perbene. Da una storia vera (2007).

Giuseppe Bascietto, giornalista free-lance, ha collaborato con «Diario», «Narcomafie», «Antimafia Duemila», il quotidiano on-line Il Nuovo.it, con il quindicinale «La Città». Dal 1992 si occupa di mafia e criminalità economicofinanziaria che nel nostro paese gli danno un gran bel da fare. Nel 2005 per le edizioni Pitti di Palermo, ha pubblicato il libro inchiesta Stidda La Quinta Mafia, ovvero la storia dei bambini soldato che hanno vinto la guerra contro Cosa Nostra. Attualmente è responsabile Ufficio Stampa della cisl di Roma e Lazio.

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Pio La Torre - Una storia italiana.
Con una lettera di Giorgio Napolitano.
di Caludio Camarca e Giuseppe Bascietto
Alberti editore
16,50 €

Franco La Torre, figlio di Pio, sarà ospite della trasmissione de LA7 "Niente di personale" di Antonello Piroso lunedì 3 marzo alle ore 20:00.


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