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Il nostro ricordo di Angelo non č un'immagine sbiadita, ma un modo di guardare la vita

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In prima pagina (continua a pag.7): l'articolo di Raffaella Bolini sulla Fondazione Angelo Frammartino

A pagina 17 (l'ultima) gli articoli degli amici di Angelo (che riportiamo sotto) e di Sergio Bassoli.


Angelo era Angelo
di Teresa Franco
(Associazione Amici di Angelo Frammartino)

Angelo era Angelo. Chi lo ha conosciuto può capire cosa voglio dire, e sa quanto è difficile parlare di lui in poche righe, affidarlo a parole che possono tradire, anche se non vogliono, perché lo imprigionano, mentre lui era fuori dagli schemi.
Se chiudo gli occhi la prima immagine che ritorna è quella camminata un po' spavalda, gli occhiali scuri, la sua vanità, così platealmente scoperta nel particolare taglio di capelli o nel finto trasandato di pantaloni portati lunghi e lasciati a farsi consumare sotto le scarpe.
E quante volte bastava un dettaglio, una stravaganza, unita alla sua risata sonora e all'accento romanaccio, enfatizzato quand'era a Caulonia, per fare di lui un personaggio. Perché Angelo era anche questo: un tipo che si faceva notare, di quelli con la battuta sempre pronta, positivo, divertente. Una persona che sapeva stare al centro dell'attenzione, anzi gli piaceva. Ricordo passeggiate sul lungomare nei tardi dopocena estivi, fatte di mille soste per parlare con la gente che s'incontrava; e come gli amici più timidi si sentissero confortati dalla sua presenza, perché grazie ad Angelo partecipavano. Il suo esporsi non era mai invadente o arrogante, anzi opportuno: forse i più bei discorsi sono nati da quell'ilare disposizione allo scherzo, dalla sua simpatia che rompeva i silenzi e scioglieva gli imbarazzi. Con lui si parlava di tutto: musica, politica, sport; era curioso, voleva sapere, chiedeva, ascoltava.
Quella camminata spavalda, quel piglio deciso, a me hanno sempre comunicato l'idea opposta: forse è insolito associare quest'aggettivo ad un ragazzo, ma Angelo era delicato, nel senso più bello del termine, nel senso che era attento. Attraverso l'ironia anche su sé stesso cercava di creare legami, forse più di tutti noi sapeva quale miracoloso collante sia la parola. Quel fragoroso prendere e prendersi in giro era ‘delicato’, mai sgarbato, mai offensivo, era un dono per gli altri.
Noi amici di Caulonia eravamo lontani dal suo impegno politico, che si era fatto più assiduo soprattutto nell'ultimo anno. Per noi, compagni di vacanze, di momenti spensierati, il suo desiderio di pace nasceva dalla più piccola esperienza: cercare di stare bene e far stare bene chi si ha vicino. Anche del suo viaggio a Gerusalemme sapevamo poco, ma Angelo era così, non si faceva in tempo a stargli dietro. Sapevamo però che al suo ritorno ce ne avrebbe parlato, e allora ci avrebbe coinvolti con il suo entusiasmo e la sua forza. Come alla fine ha fatto, perché ad un anno dalla sua scomparsa, come associazione Amici di Angelo Frammartino abbiamo deciso di portare avanti le sue idee: Angelo sarà sempre il nostro leader.


 Il nostro ricordo di Angelo non è un'immagine sbiadita, ma un modo di guardare la vita
di Alessandro Cialli e Alessandro Zattini
(Associazione degli Amici di Angelo Frammartino)

Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, Angelo lo sapeva bene, il suo tentativo ideale l'ha trasformato in un qualcosa di reale muovendo i suoi passi in Terra Santa. Fedele al suo modo di pensare, era il suo modo di essere con tutte le contraddizioni del caso.
Ha portato fino in fondo la sua curiosità, ha spinto fino al limite la sua voglia di amare tramutandola in azioni quotidiane. Quasi un anno. Un anno vissuto così intensamente che non ti accorgi dello scorrere delle ore e dei giorni che passano via. Un anno di incontri ed esperienze, un anno di riflessioni. Un anno da quella sera calda del 10 agosto in cui il nostro Angelo cadeva sulla strada di Gerusalemme colpito a morte da un ragazzo palestinese accecato da quell'odio che anni di guerra e sofferenza hanno scatenato negli occhi di tanti.
Ed è in questo tempo vissuto fra noi ragazzi che abbiamo scoperto a poco a poco i doni di Angelo. Abbiamo cercato di seguire la sua passione travolgente, la sua voglia di vivere in allegria e semplicità ma per fare e pensare grandi cose, grandi speranze.
Abbiamo cercato di cogliere il messaggio di pace che con grande semplicità Angelo ci ha lanciato morendo: la capacità di lottare per un mondo di Pace e Non Violenza la cui costruzione parta dal basso, dalla vita quotidiana, dall'incontro e dall'approccio al dialogo con le persone, anche con quelle più lontane da noi.
Abbiamo capito, pur con immenso dolore, che le grandi idee non muoiono, che la Pace e la fratellanza fra i popoli nel rispetto reciproco delle diversità sono ancora obiettivi possibili.
Č con queste convinzioni, con questo desiderio che vogliamo sentire ancora qui in mezzo a noi Angelo attraverso l'associazione Amici di Angelo Frammartino costituita nel febbraio di quest'anno.
«Bisogna imparare ad amare da capo, a tornare ad amare, ogni giorno», in questo ci sentiamo vivi, è vivo il ricordo di Angelo, non è un'immagine sbiadita, o una lettera nel cassetto: è un modo di guardare la vita.
Abbiamo creato uno spazio aperto a tutti, per imparare a fermarsi e per ritrovare la capacità di girarci a guardare indietro chi ha bisogno del nostro aiuto (con un occhio di riguardo per i bambini).
Attraverso la propria attività l'associazione è pertanto una sfida.
La sfida di crescere insieme rifiutando il dominio delle guerre e della povertà solo per una parte del mondo, la sfida di riscoprire l'impegno di volontariato per vivere la società, per essere capaci di sentirla nel profondo, per evitare che essa con i suoi enormi drammi ci passi accanto senza neanche accorgercene, come Angelo amorevolmente e semplicemente voleva insegnarci.