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Uniti nella pace

Fonte: CalabriaOra
Data: 30 novembre 2007

L'articolo di Emanuela Alvaro

Il corpo docente e gli studenti dell’ Istituto Tecnico commerciale “G. Marconi”, hanno organizzato la conferenza contro la pena di morte, dedicandola ad un ragazzo di Caulonia, Angelo Frammartino ucciso a Gerusalemme il dieci agosto 2006.
Il dibattito si è aperto con l’intervento del dirigente scolastico professore Antonio De Leo e con alcuni alunni che hanno letto delle massime di importanti poeti e scrittori mondiali, sulla pace e contro la pena di morte.
Alla conferenza sono stati invitati il sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni e il vescovo uscente di Locri – Gerace, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini.
Nei loro interventi sono stati unanimi nel condannare questo modo sommario di fare giustizia, mascherato da atto giusto per ripulire la società dagli assassini, ancora praticato in molte Nazioni che si professano liberali e democratiche, fra tutte gli Stati Uniti dove si uccidono gli assassini e dove allo stesso tempo si possono acquistare armi con la stessa facilità con cui si acquista una mela.
Per l’abolizione della pena di morte si sono mobilitati in tantissimi, in primo piano l’Italia, che con l’Unione Europea ha lottato in modo compatto per rendere più autorevole e forte la propria posizione davanti alla terza Commissione delle Nazioni Unite, portando avanti i grandi valori della vita e della dignità umana, su cui si deve fondare un sistema mondiale moderno per essere considerato tale, raggiungendo con la moratoria un buon punto che, però, essendo vincolante per gli Stati solo a livello morale, dovrà essere seguita il diciannove e il venti dicembre dal voto finale dell’ Assemblea generale che dovrebbe portare, salvo emendamenti che allungherebbero i tempi, purtroppo probabili da parte di India ed Egitto, i Paesi più convinti nel mantenerla, a recepirla in modo definitivo.
Il sindaco ha aggiunto come Siderno sia una città vicina a questo e molti altri argomenti di interesse mondiale e come ciò sia fondamentale per la cultura e la sensibilità dell’ intera cittadinanza, che sia più coesa e che riesca quando sia giusto ad alzare la testa ed indignarsi.
Il sindaco a concluso il suo intervento ringraziando il corpo docenti, il dirigente scolastico e gli studenti e aggiungendo che giorno trenta novembre il comune e l’ Istituto tecnico commerciale “G. Marconi” verranno illuminati di verde in segno di solidarietà.
Monsignor Giancarlo Maria Bregantini nella sua chiacchierata con gli studenti, ha puntato l’ attenzione su come sia necessario, per arrivare all’abolizione della pena di morte, cambiare l’ atteggiamento collettivo. Educare puntando sui valori della libertà, intesa come spinta a migliorare e progredire e verità come base e punto fermo della vita di un uomo.
Libertà che oggigiorno essendo eccessiva porta gli uomini a perdere i valori fondamentali.
Il compito di chi deve riabilitare chi sbaglia è quello di perdonare, fermare colui che ha sbagliato e fargli riparare al male che ha fatto in modo costruttivo, magari con il volontariato.
La conferenza è proseguita con la testimonianza di Roberto Femia, militare nella regione balcanica del Kossovo il quale ha raccontato delle tragedie quotidiane a cui si assiste anche a distanza di anni dalla guerra, sostenendo che prima di ogni altra cosa si deve mettere un freno alle violenze alimentate da interessi personali ed economici.
Si è continuato con la testimonianza del cugino di Angelo Frammartino, Pierangelo, che insieme alla famiglia, dopo la morte del ragazzo hanno elaborato il dolore per la perdita dando vita ad una fondazione il cui scopo è quello di promuovere gli ideali di Angelo, per la pace, contro ogni tipo di violenza, cercando di fare qualcosa di concreto per aiutare le persone che vivono quotidianamente in situazioni difficili.
Prima del termine della conferenza, il dottor Napoli ha fatto conoscere ai tanti presenti il lavoro di un gruppo di persone che curano i tanti bambini bisognosi del mondo, a distanza e non solo, anche tramite collegamenti con internet, pregando coloro i quali volessero approfondire la loro conoscenza in merito, e magari anche aiutare, di visitare il sito web digitanto l’indirizzo www.jimuel.org.

 


 

L'intervista di Ilario Filippone

«Mi ha colpito profondamente la partecipazione degli studenti al convegno sulla moratoria contro la pena di morte organizzato dal Comune di Siderno e dall'I.T.C. "Marconi"»
Pierangelo Frammartino, cugino di Angelo, il volontario italiano assassinato nel 2006 a Gerusalemmme, è sceso appositamente da Roma per partecipare al convegno. «Ci tenevo ad esserci, avevo subito intuito che sarebbe stato un incontro interessante», dice.
Cosa ha in comune con l'impegno contro la pena di morte la vicenda di Angelo?
L'impegno contro la pena di morte è la più alta forma di esaltazione della vita e della dignità umana. La scelta di Angelo di andare a Gerusalemme, un luogo di guerra, è stato un atto di immenso amore per la vita, perché Angelo è andato lì a donare un sorriso ai bambini colpiti dalla guerra, a ridare loro qualche motivo di speranza. Con un semplice gesto di amore in un luogo della violenza ha affermato con forza il valore della vita.
E' vero che il padre di Angelo ha avuto la forza di affermare già nei giorni immediatamente successivi al tragico evento del 10 agosto 2006 il valore della vita su quello della morte?
Sì, il padre di Angelo, nemmeno nelle ore immediatamente successive alla tragica notizia, ha espresso parole di odio o rancore verso alcuno. Angelo come tanti altri ragazzi e uomini e donne è stata vittima innocente della guerra, della forma più bestiale di violenza.
Lei ha accennato alla "Fondazione Angelo Frammartino". Di che si tratta?
La Fondazione si pone come obiettivo la promozione dei valori della pace, della non violenza, solidarietà verso i più deboli, del dialogo fra i popoli. E’ uno spazio aperto a tutti senza alcuna distinzione di fede religiosa o appartenenza politica.
E l’associazione “Amici di Angelo Frammartino”?
La Fondazione vuole essere un ombrello sotto il quale trovano riparo tante associazioni. Una rete che mette in contatto tra di loro le diverse associazioni di volontariato. L’associazione costituita dagli amici di Angelo è un pilastro importante della Fondazione. Anche perché comprende ragazzi e ragazze di tante parti dell’Italia: Caulonia, Monterotondo, Roma.
Quindi avete già avviato alcuni progetti in diverse parti d’Italia?
La Fondazione ha la sua sede naturale a Monterotondo, ma le adesioni sono giunte, e continuano a giungere, da tutte le parti d’Italia. Da Monterotondo è partito il progetto “Educare alla pace”, nato da una collaborazione tra la scuola e l’associazione degli amici di Angelo. La prima edizione si è svolta l’anno scorso, la seconda sta per avere inizio in questi giorni. A Caulonia lo scorso 10 agosto, ad un anno esatto da quel triste giorno, è stata organizzata un’iniziativa dal titolo “Certi bimbi…”. E’ stata una giornata dedicata al volontariato in favore dei bambini e vi hanno partecipato associazioni nazionali insieme a realtà locali. Anche questo diventerà un appuntamento fisso. E poi ci sono gli incontri con gli studenti delle scuole di Roma, l’impegno per l’Africa ed altri progetti ancora.
Mi pare di capire che non volete solo ricordare un ragazzo che non c’è più, ma continuare il suo impegno per un mondo più giusto. Non è così?
Proprio così. La Fondazione e l’Associazione non vogliono semplicemente ricordare Angelo, ma affermare i valori che hanno ispirato le sue scelte, per i quali ha perso la vita.

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