Di seguito la motivazione del riconoscimento speciale dell'VIIIa edizione del Premio "Donne per la solidarietà".
Ventiquattro anni, cittadino di Monterotondo, il paese dove abitava con la sua famiglia e svolgeva attività politica nelle fila del Circolo giovanile di Rifondazione Comunista, studente di Giurisprudenza a Roma, Angelo Frammartino era uno dei tanti ragazzi italiani che avevano scelto l’esperienza del volontariato per conoscere più da vicino il dramma della guerra e lottare per un avvenire di pace.
Così aveva aderito al progetto di aiuto e di cooperazione della CGIL e dell’ARCI, avviato da mesi a Gerusalemme, ed era qui che si trovava, nel cuore della Città Vecchia, quando, il 10 Agosto dello scorso anno, fu aggredito e ucciso. Angelo stava lavorando alla organizzazione di un campo estivo per i bambini palestinesi, come animatore, insieme ad un gruppo di altri volontari. L’assassino, un palestinese simpatizzante della Jihad islamica, è stato arrestato dalla polizia israeliana quindici giorni dopo: ‘Pensavo che fosse un ebreo’, ha confessato. Questa, in sintesi, la cronaca dei fatti, così come sono stati riportati dai maggiori quotidiani italiani e israeliani. Una cronaca di fatti usuali, come ben sa chi segue la vicenda del conflitto in quella regione del mondo.
Una cronaca alla quale Angelo si era ribellato, scegliendo le ragioni della pace e del dialogo e scegliendo di testimoniarle, animato dalla stessa passione con cui aveva avversato la guerra preventiva in Iraq e difeso il diritto dei popoli all’autodeterminazione. A guidarlo era il sentimento della solidarietà: “Bisogna imparare ad amare daccapo, a tornare ad amare, ogni giorno”, questo il suo ultimo messaggio da vivo, spedito via e-mail da Gerusalemme ai compagni del paese di Monterontondo. Questo il suo testamento, questa la principale delle sue lezioni, raccolta prima di tutti gli altri da suo padre che, dopo la cattura dell’omicida del figlio, ha dichiarato in tv: “Non provo rancore verso chi ha ucciso mio figlio… ne sono sorpreso, ma sono felice però di essere in linea con il pensiero di Angelo, che era in favore della pace. La morte di Angelo è colpa della guerra”.
E’ di fronte a questa lezione, appresa e messa in pratica sul campo di una vita tutta spesa per gli altri, per la pace e la solidarietà, che la città di Pisa si onora di attribuire alla memoria di Angelo Frammartino il Riconoscimento speciale del Premio Donne per la solidarietà: un atto di omaggio, di commossa vicinanza ai familiari, agli amici volontari, al sindaco e ai cittadini di Monterotondo, nel segno dell’affermazione di quei valori universali a cui Angelo ha dedicato la propria vita e sacrificato la propria gioventù.